Io sono la via, la verità e la vita

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A PALERMITI LA TRADIZIONALE “PIGGHIATA” RIVIVE IN VERSIONE MODERNA 

Nella memoria dei palermitesi rimane viva la tradizione della passione di Cristo, la cosiddetta pigghiata che vedeva la partecipazione di tutta la popolazione a un evento tra lo spettacolo e la cerimonia religiosa, lungo un’intera giornata, con tanti che si portavano anche da mangiare. I tempi e le tecnologie sono cambiati ed ecco che un gruppo di giovani di Palermiti ha ripreso lo spirito dell’iniziativa, adattandola alla sensibilità moderna. Così, il 22 agosto 2018, il piccolo paese dell’entroterra calabrese ha assistito all’opera teatrale Io sono la via, la verità e la vita, grazie a Palermiti Artem, il gruppo di animazione culturale e teatrale che da alcuni anni è un solido e valido punto di riferimento per la capacità di dare vita a rappresentazioni non soltanto in estate ma anche nel corso dell’anno sociale. Palermiti Artem infatti ha al suo attivo una serie di opere teatrali, in italiano e in dialetto, davvero notevole. Tra di loro ci sono ormai professionisti del teatro e dell’arte, insieme a giovani che si cimentano a livello amatoriale. Per i 10 anni della sua costituzione, Palermiti Artem ha voluto dare spazio a una nuova versione della Pigghiata. In realtà si tratta di un’opera nuova nei testi come nella sua intera struttura, oltre che per le scenografie, il linguaggio e le soluzioni tecnologiche adottate.

Io sono la via, la verità e la vita.

Io sono la via, la verità e la vita, infatti, racconta non soltanto la passione di Gesù, ma parte dalla figura profetica di Giovanni Battista e attinge buona parte dei contenuti dall’intera vita di Gesù, con dialoghi ben scritti, desunti dai Vangeli canonici. Un grande lavoro di adattamento che riporta con freschezza e linguaggio moderno l’attualità degli insegnamenti di Gesù, fino all’estremo gesto d’amore sulla croce e alla risurrezione. Anche le ottime musiche originali scansionano le varie scene con commenti mai oltre le righe, potentemente evocative e capaci di accompagnare gli eventi rappresentati con un supplemento di emozioni. Infine la suddivisione del palco in tre spazi distinti ha permesso di passare da una scena all’altra in tempi ragionevoli, senza attese esagerate, con cambi di scena realizzati mentre sull’altra parte del palco si continuava a recitare. Certo le scarse disponibilità economiche non hanno permesso grandi investimenti e attrezzature sofisticate, ma le soluzioni tecnologiche, l’uso di immagini e filmati sono stati davvero notevoli, dovuti appunto più alla bravura dei giovani che non alle risorse a disposizione. Qualche intoppo tecnico ed esitazione recitativa non ha pregiudicato un evento culturale, oltre che religioso, che si è dimostrato capace di aggregare le migliori forze creative del paese, coinvolgendo moltissimi a diversi livelli, in un lavoro corale che ha visto anche la partecipazione di disabili. Bravura alla quale il paese ha risposto con una massiccia partecipazione di pubblico. Un plauso meritatissimo dunque a Igor Gullà (testo, regia e musiche originali); a Domenico Aloisi, Domingo Servideo, Roberto Aiello, Sergio Tripodi, Romano Aloisi, Andrea Marcella, Vito Notaro, Nives Gullà, Nicola Fulciniti ed Anthony Aiello (scenografie); a Orlando Cimino (costumi); a Vanessa Aiello (coreografie); a Igor Gullà e Romano Aloisi (grafica e proiezioni), a Romano Aloisi (informatica). E tanti auguri per i prossimi decenni.

Giusto Truglia

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